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Ascanio SOBRERO

Ascanio SOBRERO


Ascanio Sobrero è nato il 12 ottobre 1812 a Casale Monferrato, Alessandria, terzo figlio di Giuseppe Gaetano Sobrero (1781-1873) e Giuseppina Demichelis (1794-1878). Suo padre di professione medico era nativo di Cavallermaggiore, già segretario della Regia Università di Torino, Giuseppe Sobrero ebbe occasione di affrontare quale consigliere e poi come vicesindaco del comune di Cavallermaggiore il tema delle inumazione e della riforma dei cimiteri; in modo particolare egli si rese conto della limitatezza dei controlli necroscopici e si propose di realizzare una polizia mortuaria che fosse all'avanguardia. Il resto della famiglia era composto da Lorenzo (1807-1865) che divenne un giudice, Felicita e Candido (1812-1890), fratello gemello di Ascanio, che divenne un generale e fu un membro del consiglio comunale di Cavallermaggiore. La famiglia Sobrero, dopo aver vissuto per molte generazioni a Murello, si trasferì a Cavallermaggiore e in seguito a Casale Monferrato.
Si laureò in medicina a Torino e in seguito, frequentando lo zio, il barone Carlo Raffaello Sobrero, direttore del Laboratorio chimico dell'Arsenale di Torino, si appassionò alla chimica. Nel 1840 intuendo che operare in Italia non lo avrebbe aiutato nelle ricerche, si recò a Parigi per lavorare presso il laboratorio di Pelouze, dove già si faceva sperimentazione sull'acido nitrico, sulle sostanze organiche e sugli effetti esplosivi che ne derivavano.
Nel 1843 lavorando con Liebig a Giessene isolò il guaiacolo in forma pura, nel 1846 trattando la mannite (che si estrae dalla manna fornita dal "fraxinus", dallo zucchero fermentato e dai tuberi della dalia) scoprì la nitromannite, un nuovo esplosivo detonatore particolarmente stabile, di semplice fabbricazione e conservazione. Nello stesso anno scoprì analoghe proprietà nello zucchero di canna nitrico o saccarosio fulminante (materia che nel 1874 Nobel chiamò anche "Vixorite").
Nel 1847 scoprì il più potente di tutti gli esplosivi, la piroglicerina e poi la nitroglicerina: per reazione del glicerolo con una miscela concentrata di acido nitrico e acido solforico, ottenne la nitroglicerina, scoprendone, oltre al potere esplosivo, la funzione vasodilatatrice. Il medico russo Zinin ne indicò poi l’applicazione nella cura dell’angina pectoris in uso ancora oggi.
Dal 1848 insegnò chimica docimastica presso l'Università di Torino.
Dal 1860 al 1882 fu alla Scuola di applicazione per ingegneri del Valentino. Collaborò a lungo con Francesco Selmi, esule a Torino dopo i moti del 1848. Fu membro dell'Accademia delle Scienze.
Morì nel 1888 senza aver mai voluto ammettere di aver inventato terribili mezzi di distruzione ma prima della sua morte volle ancora puntualizzare che “non è il mezzo usato dall’uomo, al servizio della sua cattiveria, da Caino in poi" che andava condannato, ma la cattiveria stessa dell’animo umano.